Lo sceneggiatore salernitano Ezio Maisto si è aggiudicato il Sonar Film Festival di Firenze, sezione sceneggiature, che si é appena concluso. Il prestigioso riconoscimento, secondo in Italia solo al Premio Solinas, è stato assegnato per il lungometraggio Il posto della sirena, storia d’amore e d’amicizia di sei giovani costretti a lottare contro la precarietà civile e morale nella Napoli contemporanea. Si tratta di un momento molto favorevole per l’autore di Pontecagnano, già finalista l’anno scorso alle Giornate Europee del Cinema e dell’Audiovisivo di Torino con Lacoppamerica – lavoro recentemente pubblicato sulla rivista letteraria PLOT-Storie per lo schermo - e vincitore del concorso Cantieri Visivi in Corto con il cortometraggio Arancia e Mandarino, a cui avevano collaborato altri talenti salernitani: il disegnatore Antonio Petti e il regista
Gianfranco Martana.
«L’anno scorso in Italia si sono prodotti solo 28 film, un minimo storico che testimonia quanto poco il passato governo abbia puntato sulla valorizzazione delle idee», ha dichiarato Maisto, che non ha potuto ritirare il premio in quanto impegnato nella Valle del Bussento per la terza edizione di Agritango-Ritorno al Sud, di cui è ideatore.
«Per me il cinema nasce dall’esperienza. E sarà così anche per il mio nuovo progetto cinematografico, un documentario co-prodotto dall’Associazione G Tango Salerno. Agritango ogni anno porta per quattro giorni nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano decine e decine di appassionati di tango argentino, provenienti da varie parti d’Italia, ad esibirsi nelle piazze dei borghi rurali, nei luoghi cioè da dove partirono gli emigranti che nella Buenos Aires di fine ‘800 inventarono quel genere musicale e la più affascinante danza del pianeta. Non incentivare la possibilità di trasformare questa ed altre energie umane in creazione artistica è un errore che il nostro Paese non può permettersi. Da questa difficilissima congiuntura economica, infatti, non si uscirà se non con il coraggio dell’analisi, della creatività e dell’innovazione. In altre parole, con il contributo determinante della cultura».
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